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GLI ANIMALI TORNANO PADRONI DEL TERRITORIO
In questi mesi di distanziamento sociale, le città come le campagne si sono svuotate dalla presenza umana e la fauna selvatica si è rimpadronita del territorio.
Numerosi sono i cinghiali che scorrazzano per le strade delle città indisturbati, i caprioli che passeggiano sulle statali in pieno giorno e i lupi che attaccano i cervi nel mezzo dei paesi.
Gli animali tornano ad occupare uno spazio in cui manca la presenza massiccia dell’uomo, portando così alla scomparsa dei confini tra boschi, le colline e le città.
I cinghiali rappresentano un grande problema: per le perdite alle coltivazioni nelle aree protette, in particolare nel Parco dei Colli Euganei, dove la devastazione è maggiore perché interessa colture specializzate come i vigneti.
Nei social spopolano filmati di intere famiglie di cinghiali che girano per le strade o anche tra le culture andando poi a rovinarne il raccolto, facendo si che il tempo e l'impegno impiegati vengano sprecati.
I cinghiali inoltre sono ritenuti degli animali pericolosi e perciò molte persone non andrebbero mai a vivere in zone infestate da questi.
Si pensa che l’emergenza cinghiali vada affrontata con ricorrendo agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero di intrusi nelle città.
I Caprioli che sono molto popolosi nelle campagne e nelle città, sono passati a quota 14mila a 23mila nel corso di 30anni, questi animali però sono spesso causa di incidenti stradali.
Come i cinghiali, caprioli e altri animali, si spostano nelle campagne e nelle città anche i predatori con loro, un esempio sono i lupi.
I lupi negli ultimi anni hanno aumentato il loro numero andando a ripopolare le Alpi, colpiscono il bestiame di qualsiasi taglia (bovini, caprini, ovini…) facendo delle vere e proprie carneficine in alcuni casi.
I lupi seguendo la selvaggina che si sposta nella pianura si ritroveranno davanti all’uomo che prima evitavano.